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Ben lungi dal proporre un canone o dallo stabilire gerarchie, questa "antologia d'autore", si sottrae alla convenzione per testimoniare la visione della poesia di due scrittori appartenenti a due diverse generazioni, Antonio Porta e Carmelo Pistillo, che, negli anni Ottanta, crearono due drammaturgie poetiche destinate al teatro: "Penultimi sogni di secolo", sulla poesia italiana del Novecento, e "Oratorio notturno", sul Romanticismo. Quel teatro di poesia, come scrive Maurizio Cucchi nella sua prefazione, era "ricchissimo di implicazioni" e, "visto il qualunquismo teorico e formale imperante", proprio oggi sarebbe il caso di riproporlo. Corredate da un apparato di note, riflessioni, documenti e immagini, curato dallo stesso Pistillo e Fabio Jermini, "Perché tu mi dici: poeta?" riunisce quelle due partiture, dando vita, così, a "un libro nel libro" pensato per i giovani e per coloro che hanno a cuore il bene della poesia e il canto di voci dimenticate come quelle, per esempio, di Nerval, Hölderlin e Campana, a un certo punto della loro vita senza più un apparente centro, tuttavia ancora capaci di precisione, o quelle di autori favoriti da una mente meno incatenata ma ugualmente divisa tra maniacalità e ossessione o inconsapevoli del fatto che Dio, mancandoci, sembra aiutarci a dedicare i nostri giorni a quell'impalpabile disegno interiore che chiamiamo poesia.